La scarpina innamorata


by Claudia Beggiato

Due scarpine arancioni erano esposte nella vetrina del più grande magazzino di un piccolo paese di periferia.

Le avevano scelte, tra tante, per il loro colore e per il design anni 70 che andavano di moda.

Il lupo cattivo era stanco di essere cattivo.

Aveva studiato recitazione per tanti anni e sapeva interpretare parti diverse. Ciononostante, il suo ruolo ormai era sempre uguale: quello del lupo brutto e cattivo.

Ora però aveva bisogno d’altro. Voleva cambiare interpretando la parte del lupo buono, bello, che aiutava i bambini.

Il problema più grande era il suo aspetto.

Lui incuteva timore con il muso allungato, le grandi fauci dalla dentatura tagliente, gli occhi a mandorla, obliqui e gialli.

Aveva bisogno di cambiare la sua immagine se voleva recitare qualcosa di diverso.

Decise di andare da un chirurgo estetico.

Prese appuntamento e quando entrò nel suo studio, la segretaria scappò impaurita appena lo vide. Lui rimase solo, nella sala d’aspetto.

Il medico lo accolse senza problemi: ne aveva visti ben peggio di lui nella sua carriera lavorativa.

Cominciò a osservarlo e a meditare gli interventi da fare.

Con il pennarello iniziò a segnare le parti che dovevano essere ritoccate. Gli scarabocchiò il muso, gli occhi, la bocca, la pancia …tutto insomma. Ce n’erano di ritocchi da fare!

Il medico gli disse che sarebbe servita una somma consistente per arrivare a un aspetto decente. Lupo non si preoccupò, perché aveva guadagnato abbastanza sui diritti d’autore di Cappuccetto Rosso. L’appuntamento per l’operazione fu fissato.

Lupo, uscendo, incontrò un bambino in sala d’attesa che stava aspettando di entrare.

Era solo. Il bambino aveva una brutta cicatrice sul volto ma nonostante questo, aveva un bel sorriso e una luce meravigliosa negli occhi, tanto che Lupo ne fu affascinato.

Il piccolo gli spiegò che voleva farsi operare da questo chirurgo e aveva bisogno di capire se i soldi che aveva nel suo salvadanaio, potevano bastare.

Si salutarono, Lupo uscì dallo studio ma rimase fuori a meditare su quel bambino. Pensava che sicuramente sarebbe stato deluso dalla risposta del medico, perché senza ombra di dubbio non aveva tutti i soldi per fare l’operazione. Doveva fare qualcosa per lui.

Entrò di nuovo nello studio, annullò l’appuntamento per la sua operazione e poi, andando verso il bambino che era ancora lì ad aspettare, tirò fuori dalla tasca il taccuino degli assegni, ne firmò uno e glielo consegnò.

Da allora, Lupo continua a interpretare parti da cattivo, ma non è più un problema per lui.

Ora, ha un caro amico.


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